L’importanza della respirazione nella pratica meditativa

La respirazione e la meditazione: due concetti strettamente legati tra loro. In questo articolo vedremo insieme come la respirazione nella pratica meditativa possa essere importante per connetterci nuovamente con noi stessi.

La respirazione ci accompagna in ogni momento della nostra vita, scandendone ogni attimo. È un processo intimamente connesso non solo ai processi fisiologici di consumo di ossigeno o di contrazione muscolare, ma anche relativo ad aspetti puramente psicologici.

Uno specchio del nostro stato interiore

Il respiro è un processo vitale indispensabile che scandisce, con il suo ritmo, la nostra vita, riflettendo il nostro stato psicofisico. Quando siamo calmi possiamo infatti notare come questo sia lento e cadenzato, mentre se proviamo paura questo tenderà inesorabilmente ad accelerare. La respirazione cambia, infatti, in base alla nostra condizione generale, sia fisica che mentale.

Noi diamo quasi per scontato il nostro respiro. È un atto puramente inconscio, ma, seppur involontario, in realtà può essere controllato. Rappresenta infatti uno degli esercizi basilari usati in ambito meditativo per ritrovare uno stato di benessere psicofisico. Un modo per dialogare con il nostro corpo e la nostra mente.

La respirazione nella pratica meditativa e nel training autogeno

Il respiro si compone di due fasi:

  1. La fase di inspirazione, in cui il diaframma si abbassa nella parte centrale ed è accompagnata da una tensione muscolare. I polmoni possono quindi espandersi e incamerare più aria aumentando di volume;
  2. La fase di espirazione, che permette al diaframma di rilasciarsi e di ritornare nella sua posizione di partenza. I polmoni si svuotano dell’aria incamerata, permettendone la fuoriuscita.

La meditazione e il training autogeno hanno lo scopo di focalizzare l’attenzione sul momento presente e sviluppare la pace interiore. Il respiro rappresenta quindi il mezzo fondamentale per poter calmare la nostra mente: è infatti usato nella pratica preliminare per ridurre la tensione e le distrazioni.

La respirazione nella pratica meditativa come mezzo per calmare la nostra mente ansiosa

La reazione principale che una Persona adotta quando è sommersa dall’ansia è quella di evitare la situazione che genera angoscia sperando che sparisca da sola, creando l’illusione di poterla controllare grazie all’evitamento (“evitando la mia paura, io controllo l’ansia”). Questa invece tenderà a crescere silenziosamente e a presentarsi sotto altre forme

L’opzione migliore è invece agire direttamente, lavorando su noi stessi, parlando con una persona preparata ed esponendosi gradualmente alle situazioni temute, divenendo consapevoli delle proprie risorse personali dalle quali poter attingere per poter ritrovare il proprio equilibrio personale. A tal scopo è possibile praticare meditazione e esercizi di gestione dell’ansia.

Una piccola pratica per lasciare andare la tua mente

Fermati, ovunque ti trovi. Sdraiati oppure siediti con la schiena diritta. 

Appoggia delicatamente le mani sull’addome. 

Inspira dolcemente e lascia che l’aria entri nei tuoi polmoni. Concentrati sulla sensazione di freschezza.

Ora espira lasciando andare tutta l’aria e rilassando l’addome. 

Inspira ed espira.

Porta la tua attenzione sull’addome e concentrati sulle sensazioni che percepisci. 

Lasciati andare e avverti le reazioni che ne scaturiscono.

Inspira ed espira.

Riporta lentamente la tua attenzione su ciò che ti circonda. Osserva e ascolta.

Bentornato.

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3 risposte a “L’importanza della respirazione nella pratica meditativa”

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